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Italian Amateur Radio Station

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Chi sono i Radioamatori

Sono delle persone che si dilettano a sperimentare provare al fine di aumentare le loro personali conoscenze e capacità relativamente alla specifica materia (radiofrequenze, propagazione delle onde radio e studio dei diversi modi di trasmissione).
Comunicano,con altre persone che come loro sono dotate di apparecchiature radio riceventi/trasmittenti, su bande di frequenza appositamente loro assegnate dalle varie Amministrazioni Statali.
Per fare ciò devono prima superare un esame, al fine di dimostrare di avere delle basi di conoscenza di radiotecnica ed elettronica, oltre che della normativa che regolamenta il servizio di radioamatore. Ciò consente il conseguimento della Patente di Operatore di Stazione di Radioamatore. Ottenuta la quale è possibile richiedere l’autorizzazione di installare al proprio domicilio una Stazione di Radioamatore.

I radioamatori in Italia

Guglielmo Marconi può essere considerato il primo radioamatore del mondo, non solo da un punto di vista scientifico, ma particolarmente cronologico, un radioamatore ante litteram, che fu anche il primo Presidente, nel lontano 1927, dell’allora nascente Associazione che raggruppava i precursori del Radiantismo italiano.
Ma subito in Italia questa attività venne guardata con sospetto dalle autorità preposte, ed i radioamatori, tra divieti, sequestri ed angherie, mantennero in vita la loro passione ed il loro Sodalizio in una atmosfera di clandestinità che terminò solo alla fine della seconda guerra mondiale.
Nel 1946 le autorità alleate di occupazione, nei cui paesi il movimento radiantistico si era nel frattempo liberamente sviluppato, emisero i primi permessi provvisori. Fu indubbiamente un grande atto di stima nei riguardi dei radioamatori di un paese vinto ed occupato militarmente.
Vennero le alluvioni, i terremoti: dal Polesine a Firenze, alla Sicilia, al Friuli, all’Irpinia. Per la prima volta la cronaca si occupò dei radioamatori, di questi oscuri privati cittadini che erano stati in grado di sostituire le reti ufficiali di telecomunicazione laddove queste ultime erano state interrotte o distrutte.
Gli organi dello Stato e l'opinione pubblica cominciarono a rendersi conto dell’utilità del Servizio e dell’opera degli appassionati che, anche nelle condizioni più impensate e con mezzi di fortuna, realizzavano ciò che la potente, ma lenta macchina ufficiale, non era certo in grado di improvvisare. Per ben 48 ore le uniche comunicazioni con Firenze allagata, ad esempio, furono realizzate dai radioamatori, postisi a disposizione delle Organizzazioni di soccorso.
Non si contano ormai più i casi in cui un appello di ricerca di medicinali lanciato dalla rete dei radioamatori ha permesso di salvare vite umane, o almeno di alleviare le sofferenze di sventurati.










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10-2013

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